Film e fumetti che cosa hanno in comune a parte il fatto di iniziare con la lettera F?
La risposta è semplice: entrambi raccontano storie.
Entrambi hanno bisogno di una valida struttura narrativa portante, pena il loro mancato buon funzionamento.

Ma cosa c’entra Diabolik con il modello di desiderio di Girard?
Semplicemente tutto. Perché diciamolo, Diabolik interpreta alla lettera il mimetismo di Girard.
Grazie a maschere di sua personalissima invenzione Diabolik è in grado di sostituirsi ad altre persone per un periodo di tempo anche considerevole. Dunque il suo carattere mimetico è come dire, pressochè totale.
Diabolik può “concretamente” realizzare il sogno di “essere l’altro”, di sostituirsi a lui, imitandone modi, voce, movenze.
diabolik2_hMa le soprese mimetiche non finiscono qui.
All’inizio di ogni fumetto assistiamo ad uno spettacolo di desiderio in cui è l’inafferrabile criminale a rimanere contagiato. In altre parole vediamo Diabolik desiderare e rimanere incastrato nella trappola mimetica.
Diabolik ed Eva sono ad una mostra, davanti alla tv o persino in vacanza ma sempre in presenza di una piccola radio. Si parla di gioielli, soldi, eredità, lingotti. Oppure il re del terrore si può contagiare di fronte al proclamo presuntuoso e sicuro dell’organizzatore di una mostra (“a prova di Diabolik”).
Perchè (come ci insegna Girard) non solo il desiderio è sempre suscitato dallo spettacolo di un altro desiderio, (la visione della beatitudine di qualcuno suscita il contagio di chi la osserva) ma anche la dissuasione ha un forte potere di contagio (provate a dire a qualcuno di non fare qualcosa e vedrete l’effetto che sortirete).

Nel fumetto “Duello fra criminali” si ha il massimo esempio di paradigma girardiano spinto al limite.
In questa storia Diabolik incontra sulla propria strada una vera e propria copia di se stesso. Un uomo eroso da desiderio di diventare come il proprio mediatore (Diabolik) e che ha fatto il suo massimo per copiare l’inafferrabile criminale in tutto e per tutto. Un’avventura davvero inusuale. Diabolik viene messo sotto scacco da un “altro” se stesso.

Ma vediamo con attenzione alcuni momenti rilevatori della particolare ed acuta crisi mimetica di Victor Conal (l’imitatore di Diabolik).

girard

Quando Victor con espressione sognante ci rivela che è da molto tempo che sogna di incontrare Diabolik.
Quando vediamo che Victor ha la stessa macchina di Diabolik solo di colore bianco (la jaguar tipo E ).
Quando scopriamo che Victor ha un rifugio con dei congegni come quelli di Diabolik.
Quando scopriamo che Victor ha un compagna Karin, alla quale chiede di raccogliersi i capelli come Eva.
Quando  per diretta ammissione di Karin, comprendiamo, che Victor desidera ardentemente che la partner diventi bionda come Eva.

Victor dunque un imitatore totale, ormai molto vicino al mediatore, abbacinato dalla sua luce e dunque delirante.
Però a Victor manca ancora qualcosa. Ultimo baluardo per diventare come il suo mito. A Victor manca la formula segreta delle maschere con cui Diabolik ruba l’identità degli altri. E quando il mediatore è allo stesso livello del soggetto e l’oggetto conteso non è condivisibile, Girard ci insegna che il mediatore si trasforma in rivale perché costituisce un ostacolo per l’appropriazione dell’oggetto. Dalla rivalità si passa all’odio e dall’odio alla violenza.
Così Victor dopo aver molto desiderato di essere come Diabolik, ora che la fortuna glielo ha fatto incontrare, non vuole più solo essere come lui ma vuole essere lui. E Infatti Victor ha già deciso che dopo essere entrato in possesso delle formule eliminerà il rivale.

diabolik e girardChi è dunque Victor?

Niente più e niente meno che uno dei tanti protagonisti “desideranti” e deliranti presenti in letteratura (in questo caso letteratura di fumetti) che assolutizzano il proprio desiderio e diventano in tal modo vittime di quel fenomeno di rivalità ed emulazione ( Girard la definisce “potenza trasfiguratrice dell’orgoglio”). E’ una malattia diffusa, una sorta di mal di essere dei personaggi del romanzo moderno (Don Chisciotte, Madame Bovary, personaggi di Dostoevskij etc ect).

“Duello fra criminali” rappresenta dunque sotto il profilo del desiderio mimetico e del pensiero di Rene Girard un episodio davvero raro e prezioso dove rintracciare il processo mimetico in modo esemplare.

Se per Girard la suspence (quel senso di minaccia che avvertiamo ad esempio leggendo un libro e che ci tiene attaccati alla lettura) è il risultato di una efficace rappresentazione del clima psicologico, costruito sapientemente dallo scrittore, sulla base delle istanze mimetiche, ne consegue che il costruttore di storie (romanziere o sceneggiatore di fumetto che sia) deve conoscere e riconoscere tali istanze mimetiche molto bene.