Per costruire un corto artistico si devono seguire passi molto simili a quelli per realizzare un corto breve. Anche in questo caso non è necessaria una sceneggiatura in senso stretto. Bisogna attraversare alcune fasi che qui andiamo ad analizzare facendo riferimento ad un caso concreto che potete visionare in basso.
A) Idea
Come sempre l’idea può essere ispirata da una singola parola o da un semplice concetto, si può trarre ispirazione ascoltando musica o leggendo un articolo di giornale.
Nel caso dell’esempio qui riportato l’idea è quella del tempo che passa e che scorre … insomma come dire … proprio caro Tempo andato.
B) Pitch
Anche nel caso di un corto artistico, è’ utile ricorrere al prezioso strumento del pitch. Che ricordiamo consiste nello scrivere una frase che sia l’estrema sintesi del nostro progetto. Ma diciamo che a differenza che nel corto tradizionale, in quello artistico la consequenzialità logica non è strettamente necessaria. Anzi, tutto al contrario: perché in un corto artistico tutto può essere possibile; anche l’ìmprobabile.
Ecco il pitch di Caro Tempo Andato.
Un ragazzo scrive una lettera al Tempo Andato. Lo saluta, ci parla, gli dice delle cose.
In questo caso siamo evidentemente nel campo della antropomorfizzazione, la figura retorica per cui si attribuiscono sentimenti, caratteri e gesti umani a oggetti, animali o aspetti della natura.
C) Scaletta
Come sappiamo il passo successivo è schematizzare la storia punto per punto. Dunque realizzare un elenco numerato di azioni relative alla trama che si vuole raccontare. Operazione che si può compiere in questo caso, solo dopo aver stilato la lettera che si vuole indirizzare al Tempo. Perché è solo sulla base di questa missiva che si potranno identificare le immagini più adatte a rappresentare le emozioni contenute nel testo della lettera. Vediamo ora come è stata realizzata questa fase per l’esempio riportato sotto.
Caro Tempo Andato, ti scrivo una lettera, anzi no, una email.
(VISONE DI UNA MACCHINA DA SCRIVERE, POI DI UN VECCHIO COMPUTER)
Ma quanti anni sono passati. Facciamo un rapido calcolo.
(UTILIZZO DI UNA VECCHIA CALCOLATRICE)
Ogni volta mi scordo. Non funziona più da tanto.
(LA CALCOLATRICE NON SI ACCENDE)
Caro Tempo Andato, alle volte ti vengo a cercare.
(VISIONE DI UN VECCHIO REGISTRATORE A BOBINA)
Voci, parole, persone, memorie.
(IL NASTRO VIENE RIAVVOLTO)
Altre volte invece gioco a perdermi nel tuo contrario.
(IO SEDUTO ASSORTO )
Il non tempo. Quello della creazione.
(IO CHE REGGO QUADRO “APNEA CREATIVA”, PRIMA IN GINOCCHIO, POI MI ALZO)
Ma alla fine diciamocelo. I ricordi non pesano tutti uguali.
(ALCUNE FOTO VENGONO APPOGGIATE SU UNA BILANCIA DIGITALE)
Il tempo presente, passato, perduto, andato phona via ogni cosa.
(IO CHE UTILIZZO UN VECCHIO PHON)
Alla fine l’unica a restare è lei. La mia amiga. Lei si, che fa davvero eccezione.
Un amiga, vale la vita.
(INQUADRATURA VECCHIO COMPUTER CHE SI CHIAMA AMIGA)
Nota sul finale
L’idea del finale che gioca con la parola Amiga conduce nella direzione dell’ironia e serve ad alleggerire il tono malinconico e nostalgico del lavoro.
Registro espressivo della narrazione
Fondamentale per un corto artistico è l’individuazione del giusto tenore espressivo. Molto dell’effetto finale del lavoro si gioca proprio qui. Anche questa è una scelta di sensibilità molto personale.
Nel caso dell’esempio di Caro Tempo Andato il progetto per come è costruito si porta appresso una carica malinconica, che può e deve essere corretta agendo sul tono della voce che recita la lettera e sulla musica che accompagna la voce off. Scegliendo una interpretazione non troppo drammatica ed una musica relativamente allegra si riduce la dimensione nostalgica.
Anche il tipo di inquadrature, il modo con cui sono vestito, e come mi muovo sullo schermo contribuiscono a bilanciare il lavoro sempre sotto lo stesso profilo espressivo.