Le strisce comunicano movimento.

Eppure rimangono fisse.

C’è qualcosa di visivamente molto confuso nelle strisce.
Qualcosa di molto ambiguo.
Qualunque sia il loro utilizzo, le strisce sono il motivo geometrico più di risalto. Nessuna delle loro caratteristiche è altrettanto presente in altri motivi geometrici.

Gli scacchi sono più ordinati.
Il plaid meno violento.
Il motivo a pois ha un primo piano e uno sfondo chiaro.

Il potere visivo delle strisce deriva dall’incapacità per l’occhio di distinguere lo sfondo dal primo piano. E’ questo che genera confusione e scandalo.

Il cambiamento immediato e ripetitivo da un colore a un altro è di forte richiamo visivo per gli occhi di chi guarda: ecco perché i segni di allerta sono quasi esclusivamente a strisce.
Anche le zebre lo sanno bene e infatti usano questo espediente per confondere i predatori riguardo al loro numero e distanza. Il motivo a strisce crea infatti un’illusione ottica quando la mandria si muove che aiuta a difendere le zebre dagli attacchi. Ma le strisce sono state anche il male. Il Medioevo è stato un periodo storico nel quale indossare le strisce di qualsiasi tipo o forma poteva risultare pericoloso. Nel passato c’è stato molto pregiudizio a riguardo delle righe, come del resto testimoniato dalla pittura e infatti le persone rappresentate con abiti a strisce nei dipinti sono, il più delle volte, traditori, burloni, carnefici, lebbrosi, storpi, eretici o prostitute.

Brevi cenni di storia riguardo alle strisce

Zebra Stripes

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