La sceneggiatura di un corto breve (magari di un minuto o due) si fa? Non si fa?
Diciamo che spesso non si fa. Che non è così obbligatoria. Almeno in senso stretto. Certo è  sempre indispensabile svolgere i passi fondamentali per individuare e sviluppare bene l’idea che si ha in mente. Vediamo assieme questi passaggi facendo riferimento ad un caso concreto.

A) Idea

L’idea può essere ispirata da una singola parola o da un semplice concetto, si può trarre ispirazione ascoltando musica o leggendo un articolo di giornale.

Nel caso dell’esempio qui riportato l’idea è venuta ascoltando il mitico ritornello dell’arrotino, l’artigiano che passa per le strade delle nostre città e si offre di affilare i coltelli, aggiustare gli ombrelli e riparare le cucine a gas.

B) Pitch

Anche nel caso di un lavoro breve, è’ utile ricorrere a questo prezioso strumento. Che ricordiamo consiste nello scrivere una frase che sia l’estrema sintesi del nostro progetto. Ciò aiuta a irradiare una eccezionale chiarezza su quello che intendiamo realizzare.

Nel caso dell’esempio dell’Arrotino ecco il pitch.

L’attenzione di un ragazzo viene calamitata dalla presenza dell’arrotino in strada. Il giovane chiama l’artigiano per far riparare un ombrello e la cucina a gas. Ma le cose non vanno come previsto.

C) Scaletta

Il passo fondamentale è  schematizzare la storia punto per punto. Un elenco numerato di azioni relative alla trama che si vuole raccontare. Serve per verificare il funzionamento del meccanismo narrativo  e  come promemoria per la fase delle riprese.

Scaletta per l’esempio dell’ Arrotino.

1) Da una finestra si sente il mitico ritornello pre registrato.
2) Un ragazzo in accappatoio si accorge della presenza dell’arrotino in strada.
3) Si vedono alcuni coltelli (gettano il cosiddetto adombramento sulla vicenda).
4) Il ragazzo si veste veloce, un po’ impacciato (serve a fornire una certa  tensione narrativa)
5) Il giovane apre la finestra e chiama l’uomo. E’ costretto a chiamarlo due volte perché l’uomo non si accorge la prima volta (anche questo serve ad alludere nella direzione del finale).
6) Il giovane apre la porta di casa all’uomo e lo conduce in cucina per illustrargli le cose da riparare.
7) L’artigiano anziché riparare l’ombrello lo sfascia (inutile dire che anche questo serva come adombramento).
8) Infine l’arrotino si interessa alla cucina a gas.

Nota sul finale

L’idea del finale è stata suggerita dalle disposizioni vigenti in fatto di arrotini che vietano a questi artigiani di intervenire circa le perdite a gas. Di cosa ha paura il legislatore? Che cosa potrebbe dunque accadere?

Registro espressivo della narrazione

Un ulteriore passo per focalizzare l’idea è quello di individuare il tenore espressivo con cui la si vuole raccontare.

Nel caso dell’esempio dell’Arrotino si è scelto un registro comico e surreale.

Per raggiungere tale fine si è scelto di non usare alcuna voce all’interno del corto che non fosse quella pre registrata dell’arrotino. Che dunque può assurgere a vero e proprio leitmotiv di tutto il lavoro. Ciò dona al lavoro la dimensione surreale cercata. Per fare questo è necessario che il lavoro dell’attore si esprima su una base mimica (ciò aiuta nella direzione comica). Anche la rappresentazione dell’arrotino, realizzata dalla stessa persona che interpreta il ragazzo (solo camuffato), aiuta in questo senso. 

Adesso siamo pronti per girare il corto. E noi in questo caso per vederlo.