Si è concluso il laboratorio di cinema documentario a 360 gradi, organizzato nel cratere marchigiano, dall’associazione Nie Wiem, la stessa che organizza il festival Corto Dorico. Tutor in questo percorso di storytelling sull’appennino, Laura Viezzoli ( filmmaker e superottista), Alessio Ballerini (musicista e filmmaker), Omar Rashid (art director e produttore), Tommaso Perfetti (fotografo e regista) e, last but not least, l’attore Elio Germano (Palma d’oro per La nostra vita) in questo caso nella veste di “maestro” del virtuale.

Immersi per un mese intero nella “zona rossa” abbiamo scelto di raccontare, utilizzando le modernissime camere Samsung Gear 360 ° e i visori Samsung Gear ( per intenderci quelli che usano gli smartphone dello stesso marchio).

Come tutti sanno il cinema ha una straordinaria forza di creare l’immaginario. Ora con la camera 360° possiamo a ragione sostenere che ancora di più il cinema perde confini o limiti e diventa qualcosa di totalmente immersivo, nel quale si entra “completamente”, rimanendone avvolti e catturati a tal punto che quasi si stenta a credere ai propri occhi.

Ma l’esperienza – perché possa dirsi veramente avvolgente – va fatta con il visore come ha più volte ribadito l’eclettico e camaleontico attore romano Elio Germano. Non è assolutamente la stessa cosa vedere le immagini su un tablet o cellulare ruotando la prospettiva della visione con un dito: tutto il contrario. Perché in questo caso si perde del tutto il vissuto dell’immersione, che solo può consentire la “magia” del 360, cioè quella di essere catapultati in un altro tempo e un altro spazio.

Qui sotto potete vedere il trailer di Storie dell’Appennino 360.

In un prossimo articolo tutti i lavori prodotti.