Lo storytelling al tempo del Covid-19.

Un tempo lento quello della quarantena. Tempo per pensare e per evadere con l’immaginazione. I nostri balconi come ultimi avamposti verso il fuori.

Emergenza globale, quotidianità stravolta, strade deserte, piccole e grandi paure: questa è l’era del Coronavirus. E quel che è peggio che nemmeno sappiamo quanto finirà questa emergenza da Covid-19. Solo sappiamo che ci stiamo preparando alla grande rivoluzione per una nuova realtà in arrivo prossimo venturo che forse non siamo nemmeno del tutto in grado di figurare.

Ciò che invece è assolutamente chiaro è che quello che stiamo vivendo oggi segnerà l’esistenza di ciascuno di noi, oltre che della nostra società e soprattutto che la vita che stiamo sperimentando in questi giorni drammatici segnati dalla pandemia va ben oltre i dati statistici di morti e positivi giornalieri che caratterizzano i bollettini della protezione civile e cadenzano i notiziari.

Ed è inutile che mi dilunghi ulteriormente perché ognuno di noi nella specificità della propria esistenza sa esattamente di cosa sto parlando e conosce quei piccoli e grandi gesti quotidiani che scandiscono la nostra vita alla ricerca di un riparo dalla lotta alla solitudine, alla noia e all’isolamento.

Solo che un giorno … tutto questo andrà ricordato.

Ecco allora “Vita da quarantena”, un corto documentario che ho pensato e realizzato da recluso con l’intenzione di immortalare la mia quotidianità e quella del mio vicinato alle prese con una condizione davvero straordinaria, che è poi quella dell’intera umanità obbligata a vivere questa vita attuale di confinamento.

La vita sui terrazzi al tempo del covid-19

In pratica “Vita da quarantena” è uno storytelling che si propone di descrivere, anche solo in modo minuto e minimale, la vita ai tempi del Covid-19 e di conservarne nel tempo una memoria. Uno storytelling sulla vita di isolamento, abitato da piccoli gesti e azioni: la pulizia delle case, quella dei terrazzi, la cura delle piante, prendere il sole, e magari anche la fuga con l’immaginazione immergendosi in una vasca da bagno.
Insomma piccole e grandi avventure di straordinaria ordinarietà, capaci di riportare in qualche modo la grande sfida a cui tutti siamo stati obbligati a rispondere dal giorno dell’8 Marzo.

Un corto nato dalla voglia di fare storytelling sulla mia vita di quarantena: un racconto decisamente personale ma se vogliamo anche dai tratti corali e universali che si compone di immagini morbide e rarefatte del mio quartiere: una strada deserta, movimenti lenti e rarefatti delle persone sui balconi, piccoli grandi gesti di pulizia e di riordine.

Buona visione.

#iorestoacasa #ioescoconlimmaginazione #resistiamo